Pur non potendo competere per numero e quantità di produzioni agroalimentari e vitivinicole lucane Dop Igp Stg con le altre regioni, l’ultimo Rapporto Ismea – Qualivita presentato oggi conferma il valore strategico dell’agroalimentare della Basilicata soprattutto nell’impatto economico sui territori della regione. E’ il commento della Cia-Agricoltori della Basilicata sottolineando come dall’indagine emergono dati interessanti, su tutti: 175 ha di coltivazioni a riconoscimento Dop, Igp e Stg per 135 operatori. Ancora: 36mila ettolitri di vino imbottigliato tra 5 dop e 1 igp a cui aggiungere un valore economico di 4 milioni di euro per vino sfuso dop e igp. Nel food invece sono 11 i prodotti igp (5 dop, 4 igp e 2 Stg).
L’indagine da ormai 15 anni analizza i più importanti fenomeni socio-economici del comparto della qualità alimentare certificata. E non lascia spazio a dubbi. Si rafforza il primato mondiale dell’Italia per numero di prodotti Dop Igp con 818 Indicazioni geografiche registrate a livello europeo. In termini economici, l’analisi restituisce l’immagine di un comparto che vale 14,8 miliardi alla produzione e 8,4 miliardi di valore all’export. I dati “testimoniano una crescita del +6% su base annua e un aumento dei consumi nella Gdo del +5,6% per le vendite food a peso fisso e del +1,8% per il vino”. Il Rapporto analizza poi più da vicino le singole componenti del settore. Il food vale 6,6 miliardi di euro alla produzione e 13,6 miliardi al consumo. Ismea e Qualivita hanno guardato anche alla tendenza negli ultimi dieci anni che indica una crescita continua del sistema Dop Igp che, viene spiegato, “ha così affermato il proprio peso economico nel Paese fino a rappresentare l’11% dell’industria alimentare e il 28% dell’export agroalimentare nazionale (nel 2015 era il 21%)”. Forte anche l’attenzione alla sicurezza con una rete che, alla fine del 2017, conta 264 Consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaf e oltre 10mila interventi annui effettuati dagli Organismi di controllo pubblici.
Per questo inizio del 2018, proclamato Anno nazionale del cibo italiano dai Ministri Franceschini e Martina – sottolinea la Cia – ci sono tutte le premesse per accrescere il valore non solo economico dell’alimentare made in Basilicata e puntare alla valorizzazione dei riconoscimenti Unesco legati al cibo come la Dieta Mediterranea. Per la Cia è questa una tappa di avvicinamento a Matera Capitale Europea della Cultura 2019 e candidata dal mondo agricolo a Capitale della Dieta Mediterranea. “L’agricoltura è strettamente legata alle antiche tradizioni – dichiara il Presidente regionale di CIA-Agricoltori italiani, Nicola Serio-. Il settore che rappresentiamo è intimamente correlato alla storia della nostra popolazione, e le radici sono le fondamenta dalle quali partire per costruire un futuro migliore, e più solido, per la nostra economia e per la società. Per questo riteniamo importante partecipare con un fitto programma di iniziative all’Anno del cibo italiano da affiancare a quelle già in cantiere per Matera2019 e da svolgere inoltre nelle “capitali” lucane dei principali prodotti a denominazione di origine controllata”.
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