A margine della COP28, la Premier Meloni conferma l’impegno dell’Italia in favore della transizione ecologica ed energetica ma scevra da ideologie. Sono parole di buonsenso soprattutto se si considera che il target posto dall’Accordo di Parigi si presenta oggi difficilmente raggiungibile.
Da alcuni dati emersi in questi giorni, Cina, India e Stati Uniti hanno avuto il maggior incremento di gas serra dal 2015.
Dalla Conferenza della Nazioni Unite sul clima emerge, con forza, la distanza delle politiche sulla transizione di altri Paesi rispetto a quelle dell’Unione Europea, che, ricordiamolo, incide solo per il 6% sulle emissioni globali.
Questo non vuol significare abbandonare gli sforzi fatti ma reindirizzarli con un approccio realistico che tenga conto anche delle economie dei Paesi coinvolti.
L’Europa, tesa nello sforzo di accelerare sulla transizione, perde di vista la concretezza che deve contraddistinguere la svolta verso le emissioni zero.
Ad esempio, chiedere che le nuove auto vendute in Europa debbano essere completamente elettriche entro il 2030, senza considerare l’impatto sulle economie degli Stati membri, senza considerare i costi di smaltimento e senza considerare la scarsità delle materie prime, è una strategia che non tiene conto della.
Non solo, mentre l’Europa punta tutto sulle rinnovabili del fotovoltaico e dell’eolico, che, comunque, secondo i dati diffusi non sono bastevoli a completare la transizione verso le emissioni zero, alla COP28 si introduce il tema del nucleare come reale svolta verso la neutralità climatica.
Anche in questo caso, però, Giorgia Meloni si è dimostrata guida di buon senso non ponendo limiti e preconcetti allo sviluppo del nucleare, se sicuro e fattibile.
È evidente che, se non si vuole che la transizione ecologica ed energetica sia solo uno slogan in Europa, dobbiamo rivedere la nostra strategia energetica.
Sen. Gianni Rosa
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