“Seduto a quel caffè di Corso Margherita”. La Nostra Storia tra Gelati, Caffè e nostalgia di tanti anni fa

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di MICHELE SELVAGGI

“Seduto a quel caffè, io non pensavo a te..” . Sono le prime parole di una famosa, bellissima canzone, “ 29 settembre” di  Lucio Battisti, che piace ricordarla perché, naturalmente  ci dà  lo spunto per  ricordare i bar della nostra città ( allora si chiamavano caffè) riportandoci indietro di diversi decenni,  primo e  secondo dopoguerra, quando  a Pisticci erano ubicati tutti lungo corso Margherita, da P.za Umberto  a P.za S. Rocco.  La nostra storia ci ricorda  che tutti quegli  esercizi  in attività, proprio di questa stagione,  servivano  le loro specialità, dal caffè, caldo o freddo, a una gran varietà di  gelati artigianali,  dolci e bibite, ( si vendevano anche  pezzi di ghiaccio, allora non c’erano i frigoriferi),  e gli occasionali clienti, come adesso, usavano  sedersi  dentro e fuori  i locali,  per  gustarli. In P.zza Umberto con il Caffè del mitico ZIO ORAZIO Quinto – che apriva alle prime luci dell’alba, per servire i viaggiatori che dovevano prendere la corriera ( allora si chiamava “U Pustal”) che  doveva  condurli a  Pisticci Scalo o a Taranto ( era in attività la linea diretta Pisticci – Taranto) –  il BAR VENA AMARO LUCANO che oltre al caffè serviva i prodotti della rinomata Ditta di liquori.  Più giù, il caffè  pasticceria di PEPPE MARMO con  a disposizione  la  sala di biliardo dove si svolgevano  gare tra abili giocatori locali.  A poca distanza,  il caffè per eccellenza, quello  di “ TONNUCCIO IL TARANTINO”, ricordato così per le origini pugliesi del papà.  Un bar  dove trovavi tutte le specialità di stagione, dai gelati artigianali, alle cassate, spumoni e tanto altro ben di Dio. Tonnuccio, ricordiamo, era una persona  tranquilla,  gioviale, generosa e soprattutto  simpatica, che   sapeva accogliere  come si deve i  clienti  e li accontentava come desideravano ( molte volte, anche rimettendoci).  Suoi collaboratoti, la mamma” zia Grazia” una donna piccolina di statura,  ma di grandi risorse, oltre alla moglie Lina,  una cittadina di Craco, vera “spalla” per il titolare.  “ Il Tarantino” , provetto pasticcere che, oltre  a servire le consumazioni  del suo bar, era noto per aver preparato   quintali di dolci  in occasione di matrimoni, battesimi, cresimi e altre  occasioni di festività familiare. Sempre lungo Corso Margherita, un altro bar, ubicato quasi  di fronte alla allora Farmacia Delfino, quello noto come “PALUSC”, che poi passò a Michele De Franco. L’ultimo esercizio della prima parte del Corso, era quello  dei Fratelli “CIONE”, di Montalbano Ionico, posizionato  dove ora  c’è il negozio Fasano, e che apriva  da maggio a  settembre, per vendere solo ghiaccio e gelati di una particolare specialità, tra cui spumoni e  le richiestissime “formette”, di varie dimensioni. Attività che cessò a fine anni 60, e mai più ripresa. Piu’ giu’, in P.za S.Antonio Abate, il “ BAR DEL MARESCIALLO” e al  termine di Corso Margherita, in piazza  S.Rocco, un altro mitico Caffè, quello dei fratelli NICOLA, TONINO E ARMANDO COLACICCO.  Un bar, che ricordiamo, fu protagonista  in quegli anni  del dopoguerra, di una autentica “invenzione” , messa in atto ogni fine settimana , con serate musicali sotto le stelle, con la presenza di una orchestrina  con cantanti, della vicina Puglia ( mai la stessa orchestra), che sin dal’ imbrunire e fino a oltre mezzanotte, allietavano le serate dei pisticcesi, regalando ore  spensierate e con la presenza anche di  un piccolo spiazzo, per  ballare. Evento riuscitissimo, che  andò avanti da giugno a settembre per qualche anno. Tutto intorno, pubblico in piedi attento e divertito che non aveva potuto trovare posto a sedere. Dai tre fratelli  – Nicola, il più grande,  era anche  un provetto pasticcere –  l’idea con la  creazione di un gelato speciale , il “GIKO” formato da cono, crema e cioccolato ghiacciato. Una specialità che andava a ruba in quella piazza.  Questa la storia “antica”,  dei nostri “ caffè”, fatta di ricordi diretti, anche se un po’ sbiaditi, sperando di aver fatto cosa gradita e di non aver dimenticato nessuno.  Il caffè, un luogo  che ti accoglieva e, tra un servizio e l’altro, ti regalava momenti di tranquillità e spensieratezza anche momentanea, per un ambiente particolare, come quello di allora, che aveva  grande bisogno di  scuotersi  dai recenti  ricordi bellici e trovare  nuove energie  per andare avanti. Sempre comodamente  seduto a quel caffè…….

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