SVILUPPO TERRITORIALE OLTRE I CONFINI GEOGRAFICI E AMMINISTRATIVI, ECCO LE PRIME INDICAZIONI DEL PROGETTO “LA MURGIA ABBRACCIA MATERA”
Mercoledì scorso, a Laterza, il primo workshop del progetto finanziato dalla Regione Puglia
Ragionare oltre i confini, convenzioni superate che limitano, però, la sete di sviluppo dei territori. È il messaggio che arriva dal primo workshop previsto dal progetto “La Murgia abbraccia Matera”, finanziato dalla Regione Puglia e realizzato dal Comune di Laterza, con l’obiettivo di intercettare siti di archeologia industriale e rurale da candidare al recupero.
Plausibili direttrici di questo sviluppo congiunto potrebbero essere gli antichi tratturi, che attraversavano territori oggi divisi disegnando un’economia fatta di ovili, masserie, cisterne. Le stesse testimonianze architettoniche che “La Murgia abbraccia Matera”, come detto, ha individuato come attrattori culturali. Sono loro, infatti, come spiegato dall’assessore al Marketing Territoriale, Turismo e Bilancio del Comune di Laterza Mimma Stano, l’oggetto del concorso di idee destinato ad architetti e ingegneri, che è parte del progetto insieme con gli eventi mirati a coinvolgere le popolazioni locali nella riscoperta di luoghi e filiere produttive dimenticati.
L’ipotesi dei tratturi è cara al professor Piergiuseppe Pontrandolfi, architetto e docente dell’Università della Basilicata che ha tenuto la principale relazione del workshop di mercoledì. Oggetto di diversi studi, in particolare il regio tratturo che univa Melfi a Castellaneta, Pontrandolfi ha dimostrato con ricchezza di dati il collegamento culturale ed economico che ha legato e lega territori anche distanti, le influenze reciproche che, opportunamente convogliate, potrebbero fornire valide alternative di sviluppo.
Sviluppo che deve già proiettarsi al “dopo” Matera 2019. Secondo il vicesindaco della città capitale europea della Cultura, Nicola Trombetta, la condivisione di intenti tra i territori deve puntare oltre, deve costruire solidità in termini di ricettività e opportunità produttive. Idea condivisa dal sindaco di Laterza Gianfranco Lopane, che ha comunque rilevato le difficoltà vissute dagli enti locali nel muoversi attraverso una pletora di realtà sovracomunali, pur dichiarando la soddisfazione di aver già avvertito l’effetto “Matera” sulle attività ricettive cittadine.
Per Domenico Perrone, infine, consigliere dell’Ordine degli Architetti della provincia di Taranto, aver coinvolto le professioni in questo percorso di valorizzazione rappresenta una grande opportunità, significa far parte di un processo di cambiamento che mira a limitare il consumo di suolo. Per poterla cogliere completamente, però, occorre tempo: troppo poco quello garantito dal bando per presentare i progetti, tanto da aver indotto gli ordini a chiedere una proroga che superi almeno la fine dell’anno.
A chiusura del workshop è arrivato anche il contributo di alcuni professionisti e cittadini, idee che saranno poste all’attenzione della Regione attraverso schede specifiche che costituiranno una base di confronto per il recupero dei siti. Tale lavoro proseguirà anche il prossimo 30 novembre, quando si terrà il secondo appuntamento dedicato al paesaggio forestale della Gravina di Laterza, che prevederà anche un’escursione guidata nella Lamia Scaravace.
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