Si chiama “Visiting Doctors” il progetto indirizzato a specialisti reumatologi provenienti da tutta Italia, che ha coinvolto direttamente per alcuni mesi l’unità operativa di Reumatologia, incardinata nella struttura complessa di Medicina diretta dal professor Nicola Napoli, presso l’ospedale “Valle d’Itria” di Martina Franca. Il lavoro si è svolto insieme ad altri tre centri reumatologici italiani specializzati nel trattamento della donna in età fertile affetta da patologie reumatologiche: il Niguarda di Milano, gli Spedali di Brescia e l’ospedale di Campobasso. Il progetto, ora in fase di chiusura, ha avuto diversi obiettivi, tra cui l’approfondimento degli aspetti organizzativi di gestione aziendale e della pratica clinica in pazienti in età fertile con malattie autoimmuni; il consolidamento delle competenze in ambito clinico per la diffusione di un modello organizzativo efficiente e per la diffusione delle best practice; la promozione dell’importanza del counselling nella gestione delle pazienti nei presidi ospedalieri sul territorio.
Per la reumatologia di Martina, i tutor del progetto sono stati il dottor Angelo Semeraro, responsabile della stessa unità operativa, e il dottor Sergio Colella. I due reumatologi hanno condiviso le buone pratiche adottate in Asl Taranto per la gestione della paziente donna nella pratica clinica. Attuali evidenze scientifiche infatti indicano una maggiore incidenza delle malattie infiammatorie croniche reumatologiche – come le poliartriti, le spondiloartriti e connettiviti – in soggetti di sesso femminile, e nell’80% dei casi l’esordio coincide con l’età fertile, dai 18 ai 45 anni. Le patologie e alcuni farmaci utilizzati per il loro trattamento possono incidere sulla fertilità delle pazienti, sull’andamento della gravidanza e sul feto, determinando situazioni come basso peso del neonato alla nascita, minore natalità e aumento del rischio di infezioni. Dunque, la corretta gestione delle pazienti con malattie reumatologiche è essenziale per individuare la terapia più sicura per la gestante e per il bambino, personalizzando il trattamento su ogni paziente. È importante anche la corretta informazione. Spesso l’uso dei farmaci biologici in gravidanza e in allattamento è erroneamente sconsigliato, generando preoccupazione nelle pazienti in attesa. Il counselling, in questa fase, è un momento fondamentale, così come la gestione multidisciplinare delle stesse pazienti.
“Nonostante le Linee Guida, nazionali e internazionali, offrano indicazioni chiare su quale sia il corretto schema terapeutico da seguire nelle donne in età fertile, a oggi nelle diverse realtà territoriali la gestione è ancora disomogenea – dichiara il dottor Semeraro, tutor del progetto – Questo lavoro ci ha dato l’opportunità di migliorare tali conoscenze per gli operatori sanitari e la popolazione”. “Iniziative come queste, che sono innovative e di ricerca – aggiunge Vito Gregorio Colacicco, direttore generale Asl Taranto – implementano i servizi della sanità offerti sul territorio e sono un segnale di attenzione e presa in carico professionale e aggiornata delle patologie croniche, in tutte le fasi della vita del paziente”.
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