Termalismo alla svolta del cambiamento: normativo e operativo. Dopo mesi di lavoro è stato presentato oggi al ministero della Salute il Documento di Programmazione e Sviluppo 2016-2018 risultato di un complesso approfondimento portato a termine dal tavolo tecnico insediato il 5 aprile scorso. Il tavolo è presieduto dal sottosegreterio del ministero della Salute che ha la delega al termalismo, Vito De Filippo. Il documento contiene proposte e ipotesi di attività e progetti da realizzare e non mancano provvedimenti normativi finalizzati a riformare il settore. «Partendo dalla definizione di salute dell’Oms intesa non solo come assenza di malattia ma come uno stato di benessere psicofisico generale, – ha dichiarato De Filippo – con la nuova immagine di termalismo si tratta di passare da una “concezione statica” dello stabilimento termale ad una “concezione dinamica” di percorso termale, nel senso più ampio di wellness e di educazione verso stili di vita salutari. In tale quadro, continua il Sottosegretario – va considerato che il settore termale è l’unico che può giovarsi del valore aggiunto dato dall’utilizzo di risorse, strumenti ed esperienze, che rende le prestazioni termali praticabili solo nei centri termali dotati di acque termali appropriate ai trattamenti erogati; viene in tal modo chiarita la distinzione esistente tra la concezione termale tradizionale e quella del benessere». Per arrivare al documento di programmazione, il tavolo tecnico lavorato in stretto contatto con esperti della materia.
Obiettivo centrale – spiega De Filippo – : dare un nuovo impulso al settore per consolidare nel 2017 i timidi segnali d’inversione di tendenza registrati a fine 2015 e nel 1° semestre 2016. Nel nostro Paese, infatti, il termalismo «rappresenta una risorsa fondamentale a disposizione del Servizio sanitario nazionale, atteso che le cure termali, per la loro efficacia terapeutica e per la loro duttilità di impiego, si sono da sempre rivelate particolarmente idonee ad esplicare un’incisiva azione per la tutela globale della salute in ciascuna delle tre fasi della prevenzione, cura e riabilitazione e costituiscono, da sempre, uno strumento indispensabile per il mantenimento ed il ripristino dello stato di benessere psicofisico ed un valido rimedio per una pluralità di patologie cronico-corrosive ampiamente diffuse nella popolazione».
Alcuni dati per fotografare il comparto: 380 stabilimenti termali, in 19 Regioni, in 180 Comuni, circa 65.000 addetti diretti ed indiretti, circa 800 milioni di euro di fatturato nel 2015 (che sale a 3 milioni di euro considerando l’indotto in termini di ricettività, commercio e servizi correlati, pari a circa il 10% del valore delle corrispondenti voci nazionali), 15 milioni di prestazioni termali erogate (nel 2014) a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
“Il termalismo rientra nell’ambito della cura di alcune malattie croniche come complemento ai trattamenti tradizionali. Le cure termali si sono rivelate efficaci, in particolare, nell’ambito della reumatologia, delle vie respiratorie e nel trattamento di malattie dell’apparato urinario, considerato come un’autentica “politerapia” in cui l’acqua, le tecniche termali, l’ambiente e i trattamenti offerti dal personale sanitario contribuiscono attivamente alla riabilitazione. Inoltre, come dimostra l’attivazione di gruppi di lavoro composti da medici specialisti con il fine di redigere una legge che regolamenti in maniera organica tutti gli aspetti di questo importante settore, si sta completando un lavoro importante sulla domanda di trattamenti terapeutici, preventivi e riabilitativi, sull’impegno nella ricerca scientifica e formazione termale, sulla crescente domanda di benessere e turismo termale, sugli interventi per i risparmi energetici, sulla tutela della risorsa termale, sulle proposte di rinnovamento e di riforma rispondenti ad una nuova e crescente domanda di termalismo terapeutico e del benessere termale.
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