Sono circa 1milione 213mila le ore complessive di cassa integrazione erogate in Basilicata nel primo quadrimestre dell’anno con una netta prevalenza della straordinaria (881mila), seguita dall’ordinaria (250mila). Nella differenza territoriale la provincia di Potenza con oltre 710mila ore precede quella di Matera (502mila ore); i lavoratori coinvolti sono 1.783, di cui 1.296 per la straordinaria. E’ quanto rileva il quarto Rapporto Uil sulla cassa integrazione evidenziando un “netto miglioramento” nel raffronto con il primo quadrimestre 2015 sia in termini di ore complessive erogate (meno 46,3%) che di lavoratori coinvolti (meno 1.538). E’ il mese di aprile che da solo registra i dati più allarmanti: rispetto a marzo la cig complessiva schizza a più 149,6%, con oltre 612mila ore solo di straordinaria e i lavoratori coinvolti sono 4.415 (più 2.646 unità). Per la Uil non possono, quindi, non preoccupare i dati sulle richieste di cassa integrazione ad aprile: la crescita su marzo e, all’interno di essa, della cassa straordinaria, segnalano che è ancora perdurante un forte disagio del nostro sistema produttivo certificato, anche, dalla troppa leggera flessione rispetto allo stesso quadrimestre del 2015. Questo dato, tra l’altro, è condizionato al ribasso dal perdurante rallentamento delle autorizzazioni per la cassa ordinaria dovuto, principalmente, all’inammissibile ritardo (oltre 3 mesi) nell’emanazione del decreto che dovrà stabilire i criteri di concessione per la stessa cassa ordinaria. Se a questo aggiungiamo che il ridotto utilizzo della cassa in deroga è derivante principalmente dalla riduzione della durata (massimo 3 mesi) non può non sottolinearsi come la “febbre della crisi” sia ancora alta e, soprattutto, come la graduale ma costante discesa della copertura temporale di questo ammortizzatore, derivante dalle novità introdotte dal Jobs Act, potrebbe produrre un forte disagio occupazionale. Secondo Carmine Vaccaro, segretario generale Uil Basilicata, la “prima vittima” di questa lenta crescita è l’occupazione, soprattutto quella giovanile, che, al pari del PIL, fa segnare performance da “zero virgola”. Notizia positiva è che l’aumento del PIL sia spinto dalla ripresa ancora molto debole della produzione industriale e da una timida ripresa dei consumi interni. Ma ciò non basta e se si vuole parlare concretamente di ripresa economica si devono gettarne i presupposti attraverso un “piano straordinario per la crescita”, che sia in grado, attraverso un maggiore sostegno ai consumi interni e con investimenti pubblici e privati, di sostenere la ripresa occupazionale ed il benessere sociale. Per far ciò occorre un sostanzioso taglio della tasse su salari e pensioni già a partire dal 2016, rinnovare i contratti di lavoro ad iniziare da quello del pubblico impiego, rendere flessibile e soggettivamente sostenibile l’uscita anticipata delle lavoratrici e lavoratori più anziani, per favorire l’occupazione dei giovani.
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