Nei primi sei mesi del 2019 le ore di cig erogate in Basilicata sono “schizzate” a più 295,6 per cento per effetto soprattutto della cig straordinaria (8,3 milioni di ore rispetto a 2,1 milioni di ore del primo semestre 2018). L’utilizzo degli ammortizzatori sociali hanno consentito la salvaguardia di 8.173 posti di lavoro (7.296 grazie alla cig straordinaria e 878 per l’ordinaria), con un incremento di 6.107 posti salvaguardati sempre rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente. Sono i dati più significativi del Sesto Rapporto sulla Cig realizzato dal Servizio Politiche Attive e Passive del Lavoro della Uil. La Basilicata acquisisce il primato negativo tra le regioni e la provincia di Potenza, dove si concentra il maggior numero di ore di cig straordinaria autorizzate (a Matera solo 600 mila ore), si classifica al secondo posto nella graduatoria per province con un incremento (a sei mesi) del 465 per cento (dopo Livorno con 513 per cento).
Le durature e forti crisi industriali di cui, come sindacato ci troviamo a occuparci tutti i giorni – è scritto nel rapporto – sono evidenti anche dai dati sulla cassa integrazione straordinaria che aumenta tra maggio e giugno del 13,9% e del 41,9% nel I semestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2018. Nei primi 6 mesi di quest’anno le aziende hanno richiesto, a quest’ultima gestione, 91,3 milioni di ore che rappresentano circa 90 mila posti di lavoro di cui questo importante ammortizzatore sociale ha permesso il mantenimento. Sembra esserci, inoltre, una flessione sia mensile che semestrale delle richieste di cassa integrazione ordinaria, il che vogliamo sperare significhi una contrazione del numero di aziende che intraprende, ex novo, un percorso di cassa integrazione. Questi dati – evidenzia la Uil – mostrano l’evidente situazione di sofferenza di molte aziende industriali, dove ci auguriamo che i tanti tavoli di crisi aperti volgano al più presto a una positiva soluzione. Allo stesso tempo, emerge chiaramente come lo strumento di integrazione al reddito resti una valida misura di conservazione dei posti di lavoro, sulla quale, però, occorre intervenire con qualche correttivo per migliorarne ulteriormente l’efficacia. Da dicembre siamo in attesa del tavolo tecnico sugli ammortizzatori sociali, promesso dal Ministro Di Maio e da noi più volte sollecitato.
Senza affidare significati taumaturgici alla Zes Jonica per la quale c’è finalmente il via libera – dice il segretario regionale della Uil Carmine Vaccaro – continuiamo a rivolgere una domanda: come fare per mobilitare le notevoli risorse agevolative previste dalla Zes e per seguire, imitare i modelli virtuosi delle altre Zes? Intanto consolidare nella Zes Jonica le connessioni presenti o potenziali di carattere economico funzionali tra le diverse aree ,invero molto numerose, a rischio di dispersione e frammentazione degli interventi. Le piastre produttive del salotto, quella dell’automotive che necessita anche di innervazioni nei distretti meridionali sul modello Abruzzo, le inter-relazioni dell’aerospazio, dell’agroalimentare.Ma anche la rivisitazione in chiave interregionale di snodi logistici quali la piattaforma di Ferrandina e l’apice autostradale di Candela privo di qualsiasi server a flussi di mobilità di livello meridionale. Su questi temi occorrono progetti non stantii, proiezioni e scenari per dare credibilità e valore alle scelte formulate.
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